Smart working, congedi e baby sitter: ecco come funziona il decreto
Mentre l’Italia si tingeva di rosso e le scuole di ogni ordine e grado chiudevano, a Roma è stato varato un decreto per aiutare quelle famiglie di nuovo costrette in casa, alle prese con il lavoro, i figli e la didattica a distanza.
Si tratta del decreto legge n. 30 del 12 marzo 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13.3.2021.
“Sono misure – spiega l’avvocato Francesca Borin – di supporto alla genitorialità e alla conciliazione lavoro – famiglia e saranno valide fino al 30 giugno 2021. La strada maestra è quella che è stata seguita con le misure di sostegno già introdotte nel 2020”.
E allora vediamo nel dettaglio che cosa è previsto.
Si tratta di tre interventi distinti ed alternativi.
Il primo riguarda i lavoratori dipendenti con un figlio minore convivente di 16 anni.
In questo caso uno dei due genitori, mai entrambi, ha diritto allo smart working per il tempo che dura la chiusura delle scuole, e quindi la didattica a distanza, l’infezione da Covid del figlio, la quarantena disposta dal Dipartimento di prevenzione dell’ASL a seguito di contatto con soggetto positivo ovunque avvenuto.
“Ovviamente, – spiega l’avvocato Borin – non tutti lavori possono essere svolti in modalità agile. Quindi è data la possibilità ai genitori di astenersi dal lavoro”.
E’ questo il caso dei congedi parentali. La seconda misura messa in campo dal governo.
Questa possibilità riguarda i lavoratori, sempre dipendenti, con figli conviventi minori di anni 14 e per lo stesso periodo di tempo previsto per lo smart working. Uguale diritto ai genitori di figli con disabilità accertata, senza limite di età, che siano iscritti ad una scuola o ad un centro diurno di carattere assistenziale costretto alla chiusura.
“In questo caso – spiega l’avvocato – sono previste due misure premiali. Un’indennità pari al al cinquanta per cento della retribuzione ed il riconoscimento di una contribuzione figurativa per tutto il periodo di astensione dal lavoro”.
C’è poi da fare una sottolineatura: questa misura viene riconosciuta retroattivamente a decorrere dal primo gennaio 2021.
“Questo significa – spiega l’avvocato Francesca Borin – che se prima di questa possibilità i genitori avevano chiesto un altro congedo parentale e l’avevano usato per far fronte alle necessità di cui sopra (dad, infezione da Covid, quarantena) adesso potranno convertirlo in congedo straordinario”.
Due le criticità.
“Restano scoperti – dice Borin – i genitori con figli dai 16 ai 18 anni, che non sono destinatari di alcuna misura. E poi i genitori con figli tra i 14 e i 16 avranno sì diritto al congedo parentale ma non vengono riconosciuti loro né alcuna indennità né la contribuzione figurativa. Sussiste solo il divieto di licenziamento e il diritto alla conservazione del posto di lavoro”.
Infine, terza misura messa in campo dal Governo, questa volta dedicata ai lavoratori autonomi o a quelli che non possono astenersi (iscritti alla gestione separata Inps, personale del comparto sicurezza – difesa – soccorso pubblico impiegato per le esigenze connesse alla pandemia, dipendenti del settore sanitario pubblico e privato accreditato, lavoratori autonomi non iscritti all’Inps previa comunicazione da parte delle rispettive casse del numero dei beneficiari).
“Queste categorie – spiega Borin – se hanno figli minori conviventi di 14 anni possono chiedere la corresponsione di uno o più bonus per l’acquisto di servizi di baby sitting nel limite massimo di 100 euro settimanali. Meno di quello previsto nel periodo marzo/giugno 2020”.
Non è prevista, nonostante siano state avanzate richieste in tal senso, la possibilità di cumulare il bonus baby sitter con lo smart working, per consentire ai genitori di lavorare senza dover assistere i figli in didattica a distanza”; il bonus baby sitting, inoltre, non è cumulabile con il bonus nido.
Questo quello che si potrà fare, per quello che riguarda il come c’è invece ancora un punto di domanda.
“Le istruzioni operative e l’attivazione della procedura per poter richiedere queste misure – spiega l’avvocato Borin – sono demandate alle indicazioni dell’Inps. Allo stato attuale l’Inps non ha ancora fornito indicazioni sulle modalità operative per accedere alle misure di supporto disposte con il decreto legge del 12.3.2021 “

